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D-Odissey: Atto finale?

Ne dubito.
Allora innanzitutto la sera che ho avuto il 160Gb sono stato su fino alle 4 di notte a coordinare lo spostamento dei dati. Il processore reclamava pietà visto che stava compilando, copiando dati dal 160 all’80 e dal voyager al 160 (e vi assicuro che samba invia parecchi dati indietro, smbd andava su di processore che Dio lo mandava).
Questo perché dovevo copiare tutti i dati del Voyager (di cui però mi sono dimenticato di importare l’indice dei primi 1000 libri di casa che ero riuscito a indicizzare, sob!) per poterlo reinstallare da 0 installando su Debian GNU/Linux grazie ai consigli di inquis come ‘wrapper’ tra MacOSX e la mia scheda wireless che altrimenti non ne vuole sapere di andare.

Ok ieri pomeriggio l’ho passata prima a cercare un CD da usare, e poi, trovato l’unico RW disponibile, a installare la Debian. Purtroppo la prima iso che avevo trovato non bootava (bug conosciuto del netinst ufficiale Debian su PPC NewWorld), poi ne provo un’altra e boota, installo ma non vuole sparne di installare yaboot (il boot manager per sistemi NewWorld basati su OpenFirmware, come appunto i sistemi Mac con OSX), qualsiasi cosa faccio non vuole saperne, probabilmente perché trova in modo incasinato i due controller IDE (si perché l’iBook ha due controller IDE diversi, uno ATA66 e uno ATA100). Ok non mi perdo d’animo.

Decido di seguire i consigli dal vivo di inquis e di scaricarmi la beta4 del nuovo installer Debian. Lui ha usato il beta2 ed è andato su senza problemi. Parto col beta4, ma dopo un attimo mi da schermata nera, Linux è partito, si nota dal led frontale che indica lo sleep su MacOSX ma che sull’installer è il controllo del disco, ma non vedo una mazza. Decido di ripartire in mdoalità -safe. Qui funziona tutto riesco a installare, all’avvio successivo parte YaBoot perfettamente, riesco a lanciare Linux ma, ovviamente, il kernel installato è lo stesso del CD-Rom e fa lo stesso scherzo col video.
penso di partire col rescue mode del CD-Rom di installazione in modalità -safe, di chrootarmi sulla Debian appena installata e da qua riesco ad installare il resto del sistema, a fare l’upgrade e a compilarmi il kernel 2.6.7 pulito pulito. Per terminare riavvio in modalità normale e qua mi occupo di settare la ree e la scheda wireless (che mi ha dato da lavorare un po’ perché sotto Debian non si può usare direttamente, serve per forza installare da sorgente.

Poi stanotte ho iniziato a sclerare con Mac-On-Linux, ma dopo aver installato anche questo da sorgente (usando una patch per compilare sul 2.6.6+), tutto si è risolto. Ho usato i file di configurazione sempre di inquis modificando la partizione di macosx e sono riuscito a farlo andare (dopo aver configurato le modes e aver capito che devo lanciarlo con il flag -X perché è MacOSX), a questo punto ho configurato la rete e ha funzionato praticamente tutto. Lavorando in FrameBuffer è molto più veloce di quello che credessi, probabilmente perché non emula l’harware come invece fa VMware su x86. Un programma simile per x86 sarebbe molto interessante, ma sapendo che su Intel il sistema operativo va caricato prima in modalità reale, credo sia abbastanza difficile. [ndR la prima lezione di questo paragrafo conteneva ‘Intel’ al posto di ‘x86’, ma ho ben pensato di dire le cose come stanno veramente; inoltre ho espressamente evitato l’idea IA-32 che Intel stessa suggerisce].

A questo punto sono riuscito ad avere il mio bel MacOSX e la scheda Wireless funzionanti, il problema è: riesce Mac a collegarsi in Wireless?
La risposta è difficile: sì riesce, se io indico a MOL di clonare la wlan0 -> en1 del Mac (bellissimo il fatto che MacOSX non va a usare la stessa en0 quando parte da solo o quando è in MOL, ma ha invece creato un en1 che vede solamente quando sono in MOL, e ha disattivato la built-in ethernet e il modem interno), ma per farlo devo riavviare MacOSX e la cosa è romiscatole. Credo che finirò ad usare il bridge anche su quel sistema, in fondo con una minima spesa in prestazioni si riesce a tenere tutto il sistema insensibile al cambio delle schede di rete, usando sempre e solo br0. Tra l’altro così dovrei riuscire a mantenere un solo DHCP per linux anziché due.

Ah dimenticavo, visto che Debian aveva per forza bisogno di un hostname, la mia rete ora ha tre ‘hosts’ a cui si aggiungono router e access point:

Defiant – Athlon 1GHz
Voyager – iBook [MacOSX]
Warbird – iBook [Debian] il nome è quello che si trova in lingua originale per ‘Falco da Guerra’ dei Romulani; l’ho scelto perché questo è praticamente ‘oscurato’ e fa da tramite tra MacOSX e la Wireless
DeepSpace9/ds9 – Router
??????? – Access Point per questo sono aperte le iscrizioni per la scelta del nome
Jenolen – parcheggiato per quando avrò un benedetto server di stampa catorcio.

Ok c’ho messo un’ora per scrivere tutto questo e ora dovrei mettermi al lavoro per finire un programma per cui sono pagato e un programma che sto scrivendo per facilitarmi il lavoro direttamente in grafica (cfr Chiamatela iella aka Linux Desktop).

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