Sorry for another post in Italian; it’s not really anything important, but this time I’ll see to summarise it in a different post in English too.
Di sicuro tutti i miei compatrioti italiani conoscono bene quanto l’Italia riesca a sprecare soldi, nel grande e nel piccolo. Né destra né sinistra paiono intenzionate a risolvere i grandi sprechi, ma contro i piccoli sprechi si può almeno tentare di alzare un po’ di polvere, sperando che qualcuno si decida a spolverare.
La scorsa settimana, per esempio, ho ricevuto una lettera, il cui mittente era la mia vecchia scuola superiore, l’Istituto Tecnico Industriale Statale C. Zuccante di Mestre (Venezia). Interessante, quando l’ho vista speravo fosse qualche informazione su concorsi o similari, che un lavoro là poteva anche interessarmi.
Caro ex- studente dell’I.T.I.S. «Zuccante»,
abbiamo recuperato il tuo nominativo nell’archivio della scuola.
Okay, non è una proposta di lavoro, è sicuramente una lettera automatica. I sospetti sono confermati dal “Ref 1503/1811” in alto a destra dell’indirizzo destinatario, che fa tanto elaborazione dati.
Come forse saprai dal 2002 sono stati autorizzati nel nostro istituto due corsi serali per giovani adulti, uno per l’indirizzo Informatico e un altro per quello Elettronica-Telecomunicazioni.
Lo sapevo perché nel 2002 ero ancora a scuola…
[…]
Nel caso tu non abbia conseguito alcun diploma di scuola media superiore questa può essere l’occasione per riprendere gli studi interrotti e portare a maturazione la carriera scolastica, […]
[….]
E qui mi cade la mascella. Io mi sono diplomato, nel 2004, con 97⁄100 di valutazione all’esame di stato. In questo istituto. A parte il cominciare a domandarmi se questo diploma non abbia la stessa validità di una copertina di Command&Conquer, vorrei capire chi si è occupato d questa spedizione.
Non ci sono dubbi che si tratta di un mailmerge partendo dargli archivi della scuola, come fanno notare loro stessi. E com’è che non han verificato se la gente di cui stavano tirando fuori i nominativi si fosse diplomata, prima?
Non mi pare di chiedere troppo, visto che si trata di un ITIS a indirizzo informatico. Sicuramente non sono stati i professori o i tecnici dell’istituto a preparare il mailmerge, ma.. almeno controllare quello che venisse fatto?
Non si tratta di un errore isolato come un ottimista potrebe pensare, ho confermato che altri tre miei compagni di classe (con cui sono ancora in contatto) hanno ricevuto la lettera, quindi è stata spedita ad occhi chiusi. Non so quante lettere siano state spedite, ma supporrei si possano aggirare intorno alle 300⁄400. Fogli, più stampa, più buste, più spedizione. Okay, non si tratta di cifre enormi, ma si tratta di spese inutili, e di sprechi ambientali anche (la carta per i fogli e per le buste). E tutto questo si poteva risparmiare con cinque minuti in più a pensare a cosa fare.
Sto sinceramente pensando di scrivere al preside (o meglio, al Dirigente Scolastico, come riporta la “firma” della lettera), per informarlo di questo spreco, solo che si tratterebbe di un ulteriore spreco inviarlo via lettera, e ricordo che questo preside non sia molto preparato ad usare la posta elettronica…
do it! send a fax to the scholl president, just to be more *eco*-polite 🙂
Lo ho visto solo ora ma ti rispondo lo stesso. C’è una inesattezza grave, non è un piccolo spreco ma un enorme spreco visto che è l’approccio standard per tutte le comunicazioni della PA e non e troppo spesso anche per le notifiche.Si parla di svariati milioni di euro bruciati per scocciare la gente.C’è il dubbio che siano state erogate delle prestazioni per malattia non dovute? L’INPS invia un avviso (con costi ben superiori alla tua lettera) a tutti i lavoratori per i quali non è stata verificata la visita fiscale, anche per i casi inesigibili perchè prescritti.Aziende che contattano tutti i clienti, anche quelli solventi, con messe in mora e che appena si aggiungono nuovi elementi rispediscono la lettera a tutti, anche se non è necessario.Tempo fa le iene riportarono il caso di una marea di cartelle esattoriali ad importo zero in Campania. Intervistano l’assessore e quello risponde non c’è problema, basta ignorarle; quindi tutti contenti. Un corno, tra stampa ed invio, lo scherzo è costato qualche (circa 6, pare) centinaio di migliaia di euro.