Come Luca, non sono contento del risultato delle elezioni. Ma tant’è, capita anche di questo in Italia.
Una cosa su cui vorrei far soffermare un po’ tutti però è il modo in cui un po’ tutti i politici provano a infinocchiare la gente con l’idea di ridurre le tasse. Che poi spesso non sono tasse ma imposte, ma questi sono dettagli per chi ha studiato diritto.
Pare che tutti siano pronti con una medicina per ridurre gli introiti dello Stato e vivere felici. La realtà a chiunque possieda un po’ di logica è un po’ diversa. Poiché non viviamo in un mondo utopico in cui tutto capita per la sola necessità che qualcosa capiti – non siamo ancora nella Federazione dei Pianeti – servono soldi per fornire servizi. Quindi per ridurre le tasse indistintamente, o si aumenta il debito pubblico, già alle stelle secondo le indicazioni di tutte le parti in causa, o si tagliano i servizi.
La soluzione con un po’ di logica sarebbe far pagare le tasse a tutti, togliendo per esempio gli sgravi fiscali alla Chiesa – che in fondo di soldi ne prende abbastanza per pagarlo, o no? – e spostando la pressione fiscale verso le categorie più limitate che di soldi ne hanno già tanti. Tanto tempo fa c’era un’aliquota IVA apposita per i beni di lusso, per esempio, e avrebbe ancora la sua utilità, perché deve avere la stessa aliquota un qualcosa di basilare come la carta igienica e una pelliccia di visone?
Non mi si voglia fraintendere, credo che in questo tutti gli schieramenti della politica italiana stiano sbagliando. Anche il nostro ex-ministro Bersani non sono state interamente sensate. Togliere il costo di ricarica? Okay ottimo, ma allora perché c’è ancora la tassa di concessione governativa per gli abbonamenti? I contratti ricaricabili sono un ottimo modo per fornire soldi anticipati alle compagnie di telefonia – lasciamo perdere per un attimo che il costo della telefonia è un costo puramente virtuale – quello dovrebbe essere tassato, non i contratti in abbonamento, se si vuole facilitare gli utenti finali perlomeno.
Devo dire che comincio veramente a sentirmi preso in giro, come effettivamente siamo tutti, ma la cosa peggiore è che mi rendo conto che la maggior parte della gente non lo vede neanche!
Parlando con la gente, pare che l’intera economia italiana dipenda dai produttori di scarpe e di alta moda, che si sentono minacciati dalla Cina, o dalla Ferrari, sentendo Montezemolo postulare di tanto in tanto. Qualcuno ha mai guardato alle aziende italiane che producono davvero? Nel Triveneto perlomeno vedo, senza neanche spendere troppo tempo cercando un posto fisso attivamente, diverse realtà di aziende nel campo elettronico/elettrotecnico. Anche marchi che molti in Italia potrebbero aver sentito almeno di striscio, come Vimar (di Pordenone) e Elvox (di Padova). Non credo che questi si sentano tremendamente minacciati dalla Cina, anzi, credo che la Cina la stiano sfruttando.
Mi dispiace se qualche persona che legge questo blog possa trovare questo mio sfogo politico stupido, totalmente errato, o un insulto ai suoi ideali. Si tratta solo di quella che per me è è semplice logica. E parlo da precario, figlio di operaio, che ha votato sinistra a lungo, ma che ora non si sente rappresentato né da una parte né dall’altra. Non mi vergogno a dire che Lunedì ho votato Italia dei Valori, almeno Di Pietro pare avere una buona considerazione di etica.
D’altro canto, credo che possa essere interessante cominciare certe cose in piccoli ambiti. Un esempio molto banale sono i mezzi pubblici. Non prendo spesso l’autobus, perché non c’è una fermata nella mia zona, ma quelle volte che l’ho preso per andare o tornare da scuola mi è capitato molto spesso di non avere il biglietto, e sentirmi ridere dietro da i miei compagni perché chiedevo se qualcuno ne avesse uno. In qualche modo ho trovato quasi sempre (mea culpa una o due volte) qualcuno che me ne desse uno. La maggior parte degli altri che non avesse l’abbonamento non faceva il biglietto a meno che non salisse il controllore. Sarebbe più giusto che quelli che l’abbonamento ce l’hanno, e che il biglietto lo fanno, prendessero e facessero scendere quelli che il biglietto non lo fanno e l’abbonamento non ce l’hanno. Peccato che sia anche difficile capirlo, visto che la gente sale abbastanza a caso e le obliteratrici stiano in mezzo – almeno negli autobus che ho preso io qua a Venezia.
Se tutti pagassero, probabilmente non avremmo bisogno di autobus tappezzati di pubblicità, che mi danno il voltastomaco quelle volte che li vedo.
Probabilmente, se tutti pagassero le licenze del software che usano, vedremmo anche molti più utenti di Software Libero, visti i costi impressionanti – ed assurdi – che tanti software che in molti usano “gratis” hanno. Tutto collegato direi.
Sono contento di sapere che da luglio saranno a disposizione tessere RFID per gli abbonamenti dell’autobus che dovrebbero anche permettere l’acquisto di X “biglietti”, farò richiesta di una appena possibile, così da avere sempre qualche “biglietto” a disposizione, senza aver bisogno di un abbonamento.
Per ora mi fermo qua, dovevo tirarmi fuori questo rospo che avevo in gola da quando ho visto i risultati elettorali.