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Dal museo: I videogiochi fanno male?

Ecco un altro testo, come quello sulla sicurezza, che avevo scritto ancora diverso tempo fa (l’estate scorsa). In un anno non è pressoché cambiata la mia posizione, e credo che postarlo non faccia male.

I videogiochi fanno male?

Mi domando perché sto scrivendo questo visto che tanto non ho mai pubblicato nulla di quello che ho scritto fin ora. Si tratta per la maggior parte di riflessioni private di cui vorrei porre a cooscenza molta gente, ma non trovo mai il coraggio e il modo di farlo. Quando c’è uno manca l’altro e viceversa.
Stavolta vorrei porre una piccola riflessione sul tema “I videogiochi fanno male?”. Non si tratta della solita retorica, perché prima di tutto io sono un videogiocatore accanito, e tra l’altro di due dei generi più discussi e criticati al mondo: FPS e RPG, oltre che grandissimo fan degli RTS, mio primo videogioco vero e importante a cui ho giocato era proprio Dune 2, il primo RTS della storia, ma rimangono nelle immagini della mia infanzia anche giochi come Castle of the Winds per Windows 3.1 (sì, ho passato la mia infanzia sui computer, e in special modo quelli vecchio stampo, con il dos in chiaro!).
Dunque, dicevamo… i videogiochi fanno male? A questa domanda io risponderei sì, ma solo in casi particolari. Porto un esempio concreto: io sono un patito di FPS, First Person Shooters per i profani, ovvero i giochi scaturiti da Wolfenstein 3D prima di DooMQuake, e via dicendo. Il mio gioco preferito, nonché miglior antistress che conosca, è Unreal Tournament, anche in single player con i bot, soprattutto con i bot, quando sono nervoso e voglio soltanto fare una carneficina per calmarmi. Purtroppo so che ci sono delle mappe (Peak MonasteryCloser To Heaven) di questo splendido gioco, con cui io non devo giocare. Il motivo? Semplice: sono acrofobico (ndr: ho paura di cadere nel vuoto), e queste sono mappe “sospese”, in particolare, per quanto Morpheus riesca a giocarla abbastanza tranquillamente, Peak Monastery mi fa girare la testa in modo incredibile, per via delle passerelle esterne. Ora molti di voi diranno che non c’entra nulla, che sono io ad avere paura delle altezze, ma il videogioco in se non mi fa male… certo, verissimo, infatti ho detto in casi particolari. Non sono acrofobico al punto di svenire in questi casi, svengo se mi trovo ad affrontare scalinate aperte, questo sì (mi ricordo quando sono andato a Montagnana in gita scolastica, non ce l’ho proprio fatta a salire l’ultima scala a chiocciola del castello… come mi stavo sentendo male sulla passeggiata di Paolo e Francesca, sempre in gita scolastica, quando giro per i fatti miei evito appositamente posti troppo alti, per quanto io adori la montagna, e non soffra minimamente di vertigini guardando dall’alto di un sentiero, forse anche a prova delle mie lontane radici montane). In ogni caso il fatto non è in se la presenza di mappe che potrebbero far girar la testa a chi ha problemi simili al mio, ma il fatto che io mi senta coinvolto nel gioco stesso, fino al punto di provare la sensazione di essere realmente là dentro.
Certo, è una sensazione fantastica se non mi trovo ad affrontare punti troppo aperti, come quando mi trovo immerso nelle lande di Sosaria in Ultima Online, pronto a cavalcare col mio prode destriero per le foreste di Yew o del territorio settentrionale, mi sembra quasi di essere veramente in una foresta, ma allo stesso tempo bisogna vedere il rovescio della medaglia: non darei mai in mano ad un bambino Unreal Tournament, o qualsivoglia gioco in prima persona, il coinvolgimento è molto più semplice a crearsi, proprio perché si vede quel che accade come se lo si stesse compiendo da se, e non tutti i bambini sono capaci di estranearsi dalle situazioni irreali, o troppo violente, che questi possono presentare. Non sono uno psicologio e non apprezzo troppo la categoria, ma trovo che le menti dei bambini siano facili da plasmare e che quindi possano essere abbastanza suggestionabili da giochi troppo violenti.

Al tempo stesso, non voglio dire che i bambini debbano essere controllati in quel che fanno 24 ore su 24, io ho sempre giocato al computer da solo, e, anzi, mi sarei trovato a disagio se i miei genitori fossero stati a spiarmi. Oddio in verità ho commesso un’imprecisione a dire questo, poiché i miei primi videogiochi li ho giocati con mia sorella e mio cognato (Avventura nel CastelloIndiana Jones e l’ultima CrociataMonkey Island 2), ma più che altro perché li giocavamo in squadra.
C’è da dire, che l’epoca con cui giocavo col computer da bambino era l’epoca pre-DooM, e i giochi di cui posso ricordare quasi qualsiasi scena, a parte i succitati, sono Cosmic Cosmo’s AdventureCommander Keen (mitica id!), Bart Simpson vs the Space Mutants, più tutta una serie di giochi per il Commodore 64, con cui avrei voglia di giocare ancor’oggi. Si tratta per la maggior parte di giochi Arcade, in cui il metodo principale per mettere fuori gioco i “cattivi” era saltarci sopra (a parte Commander Keen.. dove si aveva sì una pistola, ma stordiva solamente, tant’è che si vedevano le stelline attorno al nemico dall’aria rimbambita). Ad oggi, trovo difficile per un genitore riuscire a limitare il proprio figlio a questi giochi, proprio perché non ne sono usciti molti, a parte la serie di Ray Man, per PC. Ok, molti ne sono usciti per console per quanto ne so (ho sulla libreria i CD della Playstation di Tombi, 1 e 2, e so che mia sorella ne dovrebbe avere altri di simili), ma di questo non sono troppo informato, lo ammetto.
D’altronde, penso che imparare ad usare un computer, vero, reale, sia comunque una cosa importante, per quanto poi dipenda dal singolo bambino scegliere cosa fare. Io ho imparato per i fatti miei, leggendo i manuali e i libri di scuola di mia sorella, ho scelto liberamente di imparare a programmare in BASIC, fino a raggiungere quello che sono diventato oggi (ok, lo ammetto, non mi è riuscito molto bene visto quel che son diventato), e trovo dannoso tentare di insegnare ai bambini in seconda elementare ad usare un computer, soprattutto perché…. che te ne fai in seconda elementare di un computer?!? Ok, fosse stato per me avrei usato la macchina da scrivere il primo giorno di scuola (la sapevo già usicchiare), ma trovo che abiturare a Word, Excel e compagnia bella dei bambini che dovrebbero solamente poter giocare, e scegliere cosa fare, sia più un danno che altro. Direi di introdurre un computer sì, ma di dare l’occasione ai singoli di approfondire, di vedere come funziona, soprattutto, mi ricordo che smontavo spesso i giocattoli per vedere come funzionavano, ma pensate ad un bambino che vorrebbe sapere come funziona un computer con su Windows, credete che una maestra di seconda elementare possa sapere cosa rispondergli? Credo che stenterebbero i miei professori (no, scusate, i professori delle altre classi probabilmente).

Non ho un gran sentimento paterno, non ho gran desiderio di avere un figlio, anzi, e credo che se va avanti così sarà ben difficile che ne abbia l’occasione, ma se dovesse accadere, credo che non tenterei di forzargli troppo la mano col computer: gli spiegherei giusto come accenderlo per poter giocare, a giochi arcade spererei (se non ne usciranno, io ho sempre emulatori vari e abandonware da cui attingere… ci credete che son due giorni che gioco principalmente a Super Mario World per Super Nintendo?!), e poi lasciargli libertà di imparare i fondamenti, i rudimenti. Se sarà attirato da questi, bene, altrimenti, imparerà ad usare quel di cui ha bisogno (no, non Word e non Excel… per quanto faccia previsioni a lunga, lunghissima scadenza, dubito che cederò a Microsoft, a meno di un cataclisma informatico) quando ne avrà bisogno (mi viene da pensare per le ricerchette dell’esame di quinta elementare, per le ricerche varie durante le medie, per gli appunti alle superiori). Di sicuro sarei molto felice di avere un erede che seguisse le mie impronte, ma non credo, e da una parte credo mi sentirei un po’ incerto se abbia forse forzato troppo la mano a quel punto.

Conclusioni: i videogiochi fanno male? Dipende dal soggetto. Bisogna pedinare 24 ore su 24 i propri figli? Io penso di no. Qual’è il miglior genere di giochi per bambini? Gli arcade. Cosa fare per rilanciare questo genere? Iniziare a scrivere giochi arcade con motori OpenSource, in modo da farli brulicare come ora brulicano ad esempio i cloni di Slash’em!

Post Scriptum: considerate questo PS come una nota a parte perché è stata scritta il giorno dopo rispetto al resto (di solito scrivo questi testi la notte tardi, e di sola gettata, senza troppo badare a rileggerli attentamente). Non vorrei essere tacciato di essere contro
i giochi di ruolo, per via che ho detto che per i bambini preferirei gli Arcade. Questo non è affatto vero, visto che sono io
stesso un grandissimo amante dei giochi di ruolo, specie di Ultima Online, in cui faccio il Game Master ormai da diversi anni.
Quello che intendo dire è che per un bambino (intendo fino a circa la quinta elementare), ritengo sia abbastanza difficile riuscire a non essere totalmente coinvolti in giochi il cui principale scopo è appunto il coinvolgimento, come sono i giochi in prima persona o qualsiasi buon gioco di ruolo. Tutto questo è assolutamente normale, non dimentichiamo che comunque sono “giochi di ruolo” anche i giochi che i bambini fanno tra loro fingendosi personaggi di cartoni animati, libri o quant’altro (ricordo ancora alle elementari quando, ahimé, giocavamo ai Power Rangers). Ma se in questi, è sempre il bene a vincere, in un gioco di ruolo questo non è del tutto sicuro, anche perché è difficile distinguere lo stesso bene dal male (come tra l’altro succede nella realtà, per sfortuna di tutti noi), e quindi si rischia che prendano come esempi delle situazioni non completamente pulite (solitamente c’è anche la figura del ladro nei giochi di ruolo). Ma già verso la quinta elementare, riterrei i bambini abbastanza maturi da capire cos’è bene e cosa no, e in questo caso direi che un buon gioco di ruolo non è certamente un grosso problema, tranne appunto casi particolari.
Trovo ridicola la convinzione della mia vecchia professoressa di educazione artistica delle medie, che in terza media ha detto che sperava che nessuno di noi giocasse a giochi di ruolo perché corrompono la psiche… a parte che a me ha dato dell’infantile perché non chiudevo i cerchi che facevo a mano libera….

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