No, non è questa entry ad essere solo per geeks, si tratta semplicemente del concetto.
Che concetto direte voi, e ora ve lo vado a spiegare.
Come ben sapete tutti, io non uso più Windows da molto tempo, invece uso Linux sulla mia workstation fissa (Defiant) e MacOSX sul mio portatile (Voyager, da cui sto scrivendo ora usando la connessione 802.11b). Al tempo stesso sono abbastanza attivista verso la diffusione di Linux, e per esempio scrivo utility e frontends per le necessità più comuni basati sul framework KDE.
Il mio pensiero è quello che se Linux diventa abbastanza semplice da poter essere utilizzato da utenti occasionali, molta gente potrebbe spostarsi lontana da Windows, e i produttori Hardware e Software saranno obbligati a supportarlo a tutti gli effetti.
Purtroppo però sembra che non sia condivisa da tutti questa mia visione del mondo Linux. Sempre all’interno del famoso VElug (che non linkerò più più che altro perché temo che qualcuno risalga al mio blog dai references :D), c’è chi pensa per esempio che il progetto Ubuntu, una distribuzione newbie-friendly basata su Debian, sia il male assoluto perché, tra le misure di sicurezza per i newbie, disabilita di default l’utente root (amministratore), e permette all’utente creato in installazione di fare ciò che vuole usando sudo (e inserendo la propria password). Questo comportamento è mutuato da MacOSX, che fa la stessa identica cosa. Per poter accedere come root, bisogna obbligatoriamente usare il comando ‘sudo su root’ invece del semplice ‘su root’. Questo impedisce il continuo login della gente con root, limitando i danni che questi possono fare accidentalmente.
Io sono convinto che tutto questo, per una distribuzioen orientata agli utenti non esperti, sia molto importante e interessante. E soprattutto avendolo provato con mano su questa macchina, direi che non è una grossa scocciatura per i tecnici.
Le spiegazioni che la persona che non nominerò mi ha dato è che se per espandere Linux bisogna evitare alla gente di leggere quintali di documentazione, lui si prodigherà per impedire l’espansione in tal senso, perché tutto rimanga com’è, impedendo di far entrare nuova gente nel ‘giro’.
Sinceramente non condivido affatto quest’opinione: i circoli chiusi sono costretti a lungo andare a sparire, a morire. Se si vuole che qualcosa migliori e continui ad esistere bisogna evitare di rimanere chiusi in sé stessi.
Pensiamo a quante cose la scienza ha permesso alla gente comune di usare, non impedendo per esempio l’uso di certe sostanze chimiche a chi non fosse capace di produrle da sé.
Chiudere Linux e il free software / open source software in un circolo chiuso non può fare che danni, perché significherebbe limitare la possibilità d’uso dei programmi stessi.
Certo è una scocciatura trovarsi gente che non legge manco il readme di un programma e poi si lamenta che non riesce ad usarlo, ma ci sono anche cose che sono veramente lunghe da leggere e soprattutto pallose. No, non mi riferisco in particolare al manuale di Emacs, ma anche quello è una di quelle cose. Tant’è che ora esistono strumenti come Kate e KDevelop che permettono agli sviluppatori di scrivere programmi con una bella interfaccia senza aver bisogno di leggere un manuale di 600 pagine.
Non per niente vi ed emacs più passa il tempo meno sono usati. Io stesso mi ritrovo sempre più spesso ad usare nano in console per modificare dei semplici file di configurazione, non avendo necessità di grosse cose (per quelle ho Kate e JEdit).
Non riesco sinceramente a capire certe idee, forse è solo paura di vedersi levare il pane di bocca da persone più brave che potrebbero prepararsi meglio, ma mi pare anche vada contro lo stesso concetto di software libero. Se imponiamo il vincolo che solo le persone tecnicamente capaci possono usare un programma, questo non è più libero, è vincolato. Forse non dalla licenza, ma da altri requisiti. È per esempio il concetto espresso dalla richiesta di alcuni developer tra cui quelli di Frozen Bubble di non portare il proprio software sotto sistemi operativi proprietari come Windows, Solaris o MacOSX: non impone limiti sulla licenza, ma richiedono di cancellare una propria libertà. Inoltre impedisconono il progresso del loro software includendo le migliorie.
Veramente non riesco a capire tutto questo chiusismo…