Italiani, popolo di presi in giro

Non sono solito scrivere post politici, o meglio, preferirei non farlo, perché la politica non è il mio ambito, anche se ho delle opinioni abbastanza forti. Giusto per inquadrare la questione, posso dire che sì, sono di sinistra, marcatamente di sinistra, anche se sto sinceramente pensando di cambiare il mio voto alle prossime elezioni per un partito un po’ più centrista, ma con un’etica più spiccata di quella che vedo negli attuali partiti di sinistra.

Ad ogni modo, quando Bersani ha annunciato il famoso decreto per rimuovere il costo di ricarica, ho festeggiato: «Finalmente se ne va una tassa ingiustificata». Se si pensa che già in Italia si paga l’IVA sui serivzi, pagare pure un extra per poter spendere i soldi pare molto stupido.. specie se si tratta di una percentuale più alta del 2% sul totale.

Poi sono iniziati i rialzi tariffari di Wind e delle altre compagnie… Wind era (e in parte è tutt’ora) la compagnia che utilizziamo a casa per i cellulari: io ne avevo uno, mia madre due, mia sorella pure due. La mia precedente tariffa (Wind10) mi permetteva di chiamare tutti gli operatori a €.10/min e mandare SMS a €.10 pure, non male. Dopo l’entrata in vigore del decreto, Wind aveva deciso di portarmi ad una tariffa quasi raddoppiata: €.19/min e €.15 a messaggio.

Okay, visto che il numero di lavoro era già poco usato di suo, e avevo già un numero personale che non riceve abbastanza chiamate per giustificarne la separazione, ho deciso di abbandonare Wind e restare con 3, l’operatore dell’altro mio numero. Poi con il Nokia E61 dovrei riuscire ad inserire un call screening per evitare di essere disturbato dai contatti di lavoro mentre non ho intenzione di rispondere.

3 al tempo mi offriva la stessa identica tariffa di Wind: €.10/min verso tutti, €.10 gli SMS. E all’arrivo del decreto avevano deciso solo di annullare l’offerta di “Ricarica Power” (visto che scadeva ad un mese dalla ricarica, non era permessa dal decreto) e basta.

L’altro ieri mi arriva un messaggio da parte di 3, dicendomi che dal primo settembre la mia tariffa sarà cambiata. Le nuove tariffe, oltre a ridurre la validità della cosiddetta “autoricarica” per le chiamate in ingresso ai mese in cui si è ricaricato il cellulare (io ricarico €50 una volta sola ogni tre/quattro mesi), cosa che mi interessa relativamente perché non ricevo comunque tante chiamate, il costo degli SMS aumenta del 50%: €.15, come per Wind, Vodafone e TIM.

Dire che sia ridicolo è dir poco.

Nell’informatica (o IT se vogliamo essere cool e anglofoni), i prezzi scendono, non salgono, perché per la maggior parte di stratta di servizi, o di tecnologia che con il progresso e la produzione su vasta scala diminuisce di costo. Le tariffe telefoniche solitamente calano, e Skype (come tanti altri servizi di VoIP) hanno dimostrato che si tratta di un costo perlopiù virtuale. Ci sono tariffe forfettarie, ad oggi, anche per le chiamate in tutta Europa e in Nord America, per indicare quanto anche i costi delle chiamate intercontinentali siano irrisori.

Eppure, un SMS costa €.15, quanto un quarto d’ora di conversazione con Tokyo.

Spesso si è parlato di quanto un SMS abbia un costo sproporzionato all’invio di dati tramite ADSL o altri metodi di connessione. Senza andare a confrontare mele con melograni, proviamo a fare un confronto tra due servizi “over the air”: SMS e connessione UMTS, sempre di 3 in questo caso.

Non è vero che un SMS sono solo 160 bytes: anche se il limite è di 160 caratteri, vengono inviati diversi metadati assieme a questo, come minimo i numeri del mittente e del destinatario, il numero del centro messaggi di partenza, il tipo di messaggio (ai primi tempi del GSM, quando mia sorella aveva un cellulare ma a casa avevamo solo un Fax, solitamente utilizzavamo il servizio di invio Fax via SMS: allo stesso prezzo, il messaggio veniva spedito al nostro numero di telefono dove stampavamo il testo), probabilmente la codifica, le informazioni di ritorno, e altre informazioni simili. Assumiamo come peggior caso che un SMS abbia una PDU (Protocol Data Unit) di 1KB.

Il costo di 1KB di dati scaricati via UMTS senza alcuna particolare offerta è di €.001, un decimo di centesimo. Un SMS costerebbe 150 volte il prezzo di un servizio over-the-air quasi equivalente. La differenza quindi non sta nella tecnologia di trasmissione: sta nel costo di routing, di inoltro sulle altre reti, mentre per una connessione ad Internet si tratta di un servizio abbastanza economico anche su enormi volumi (se ricordo bene in Francia Free.fr lo fornisce pure gratuitamente ai service providers) in Italia per gli SMS bisogna rivolgersi alle compagnie presenti: Wind, Vodafone, TIM e 3. E logicamente se tre su quattro hanno un dato prezzo per i messaggi, non possono consentire alla quarta di continuare a tenere un prezzo più basso mantenendo i margini di guadagno.

Se questa non è la definizione di cartello, non saprei dire cosa possa esserlo. Dov’è il garante Antitrust quando serve?

A questo punto, mi converrebbe attivare una flatrate UMTS, e utilizzare MSN per contattare le persone che mi interessa contattare. Peccato che gli SMS in genere mi servano per contattare quelle persone che non posso contattare online (sono quasi sempre a casa) o mia madre che al massimo potrei raggiungere via email (e pure quello non sempre perché non sta sempre di fronte all’iBook che le ho regalato, ovviamente).

Anzi forse non mi servirebbe neanche la flatrate! Con il prezzo suicida degli SMS, anche usare IRC mi costerebbe poco niente via UMTS piuttosto.

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